venerdì 30 dicembre 2011

Pagine e pagine..

Ecco qui una vecchia pagina per un altro progetto poi non andato a buon fine..peccato perchè la storia era figa..


venerdì 23 dicembre 2011

Pagine nuove!

Ecco qui un provino per una storia di guerra..molto divertente, peccato che a quanto pare non sia andato a buon fine. Visto che non posto tavole da un po beccatevi queste!:)






sabato 17 dicembre 2011

il Diritto al Delirio

Non so quanti di voi, ma immagino molti, probabilmente non confessandolo, ascoltano dentro di sè il cambiamento che in questo periodo è in corso. E non parlo delle scelte quotidiane, di quell'odiosa inutilità che potremmo definire anche solo accendendo la tv o leggendo i giornali. Banalità e assurdità che spingono l'uomo  di oggi ad uno svuotamento, ad " una pietrificazione meccanizzata " come disse Weber, e a cui rischiamo di incorrere giorno dopo giorno. Inutile nascondere che questo sapore agrodolce, dell'avere e dell'apparire come metro di qualità della vita, di menefreghismi, egoismi ed ottusa omertà del non voler sapere cosa accade qui accanto, in alcuni di noi, sta stanando il vero concetto di " Essere umano ". Questa insofferenza sempre più ridondante fa eco nei sogni, e ci lascia al risveglio quell'impressione, come di non essere ancora " svegli " in questa nostra realtà sempre più assurda ed inacettabile. 
Jung, disse che l'uomo non avrebbe accettato mai il nonsenso, e che sempre avrebbe cercato un motivo d'essere; io semplicemente penso che bisognerebbe Vivere per Vivere e non sopravvivere a questo maniera di interpretare la vita di oggi.  " Il diritto al delirio " di Eduardo Galeano che il mio amico Massimiliano mi ha passato è un urlo a tutto questo, al diritto di sognare , perchè cari miei, senza il sogno, senza una vera Sete che ci spinga oltre tutto,  ci mancherebbe il desiderio di trovare una Fonte che possa dissetarci e riempirci ,
e di noi non resterebbero che gusci vuoti...e consumati dal falso benessere di questo consumismo, saremmo ridotti ad essere solo ciò che possediamo.
 Mente e cuore sono entità distinte che devono e possono naturalmente convivere, e se pensate che non sia possibile, beh, la risposta è che questo " mondo degli uomini ", questa " era di Khali " oggi, è sbagliata, inadatta ed infine calcolata. Dunque tutto ciò ha un senso, ed è l'ambizione a cambiare le cose, ad una presa di coscienza di sè, di chi e cosa sia questa voce che ci sussurra dentro, nonostante gli occhi chiusi, nonostante le tenebre. Non smettete di sognare, di amare e di ricordare voi stessi, perchè la fuori è solo uno specchio di ciò vedrete in voi..se non vi piace, siate il cambiamento che volete vedere nel mondo.
Oggi dedicate un momento al cielo, guardando il mare ed ascoltarvi...

 












venerdì 16 dicembre 2011

RECENSIONE DI UN LETTORE: si avvicina Natale ed arrivano i primi regali!





Quando arriva una recensione sono sempre molto felice ed incuriosito. Se poi arriva da un nostro lettore ancora meglio. Maria Rita Mastropaolo, dopo aver letto " Que viva el Che Guevara " mio e di Marco Rizzo , ci ringrazia a modo nel modo migliore, proprio con una bella recensione che ho deciso di pubblicare qui sotto:



È una storia di cui tutti conosciamo il finale: il protagonista muore. Niente lieto fine. Ma già il lettore se lo aspetta, è preparato all’ultima pagina quel tanto che basta per non rimanere stupito alla vista della pozza di sangue, rossa rossa, che macchia l’ultima tavola.
E allora perché scrivere e disegnare una storia di cui tutti conoscono il finale? Perché pochi conoscono come un guerrigliero, o meglio, la sua foto, sia diventata il simbolo di tante lotte, di tanti cortei, di tanti ideali ormai forse usurati dal tempo, dalle parole ripetute quasi meccanicamente, come se il megafono che si stringe tra le mani durante le manifestazioni in piazza non chiedesse altro.
La foto, - quella che troviamo riprodotta in mille modi, in mille oggetti, un’icona del nostro tempo - è stata scattata per caso, da un fotografo ipnotizzato dallo sguardo del Che durante i funerali di ottanta cubani uccisi: Alberto Korda in quell’istante ha consegnato al mondo uno dei ritratti più belli della storia della fotografia. Ha chiamato lo scatto “Guerrillero Heroico”: il titolo che conoscevo era “Che in the sky with the jacket”, l’avevo letto sul libro di storia contemporanea, chissà perché non l’abbiano citato con il suo vero nome e abbiano preferito il richiamo alla canzone dei Beatles. Feltrinelli decise bene di usarlo per la copertina del suo ennesimo successo editoriale, il Diario in Bolivia, con un’idea che si è rivelata vincente, sia perchè i lettori non si sono ancora oggi stancati di leggere questo libro, sia sul piano dell’assetto grafico: la foto ha fatto io giro del mondo, e il povero Korda non ci ha preso un soldo, ma è diventato famoso. Oggi Marco e Lelio ci raccontano la vicenda sotto forma di “romanzo”, ci mostrano come sono andate le cose tra tutti questi straordinari personaggi le cui vite, già di per sé complicate, si sono intrecciate grazie ad una foto: Ernesto Guevara, Alberto Korda, Giangiacomo Feltrinelli, Fidel Castro.
Cosa mi è piaciuto: i particolari, quelle cose piccole, minuscole, che una come me – che non legge fumetti – nota immediatamente, e le nota perché non è capace di colpi d’occhio generali sul disegno e sui baloons, ma si sofferma prima sulle parole, poi sull’immagine, o meglio, sui singoli elementi di ogni immagine, come se stesse leggendo una descrizione in un romanzo. E ho notato, ad esempio, nello studio di Feltrinelli, le copie de Il dottor Živago e del Gattopardo, simboli della rivoluzione che l’editore ha compiuto alla fine degli anni cinquanta nel mercato del libro in Italia.
Certe scene sembrano ispirate a “La sottile linea rossa”: pagina 16 mi ricorda proprio un frammento del film di Malick, non so se casualmente, quello in cui i soldati attraversano un fiume, bagnati fino alle ginocchia, con le armi in mano. E poi la splash page con la scena di guerriglia mi ha fatto subito ripensare alla famosa foto di Capa scattata durante la guerra civile spagnola, “Il miliziano morente”.
Belle tutte le inquadrature, ricchi di tensione i dialoghi, abilmente bilanciati con le parti narrative (giusto per non farmi sentire troppo la distanza con la forma-romanzo!), bella la ricostruzione del discorso all’ONU, bella la bandiera cubana illustrata, bella l’alternanza di chine e acquarelli, b/n e colori. Bello l’ultimo capitolo, con il parallelismo tra gli ultimi istanti di vita del Che e le lotte di ieri e di oggi che lo vedono in qualche modo ancora protagonista (come bandiera, simbolo, modello): belli Peppino e Rostagno, bella la primavera araba, belli soprattutto Claudio e Francesca.
Grazie di cuore per la storie belle, e vere, che ci raccontate.