domenica 19 febbraio 2012

Bene, vado via per un pò a cercare qualche nuova ispirazione..." La via è consacrata e la strada è maestra ". Intanto vi lascio due disegnini estemporanei fatti al volo e due riflessioni. Una buona vita a tutti.






Il dolore




Navigo per mari,
e onde,
a violenti sprazzi
mi bagnano il viso,
poi, calma l'acqua
mi accarezza.

Ed è vento ciò mi spinge,
che mi da forza,
ma sono vento quando decido la direzione,
ed anche se ignota
è la mia.

Il sale brucia come fuoco su di me
e cosa rimane, quando la pelle finisce,
cosa rimane sotto lo screzio delle onde,
quando guardo l'altissima profondità,
buia,
e lo specchio è li pronto
da sempre
a parlarmi, in silenzio.

La nostra vera natura
ci fa paura,
perchè nascosta,
tenuta a riparo da illusioni,
che non coltiviamo, nè realizziamo,
ma sosteniamo.

Dovremmo andar giù a fondo,
a cercare la nostra Atlantide,
il nostro Graal,
a sconferssare la morte,
ma ecco un attimo,
e tiriamo su la testa per una boccata d'ossigeno,
e cosi una vita.

Ho scoperto da una conchiglia riemersa,
che sul fondo si cela
la verità,
pura e semplice,
ed è una limpidità che terrorizza.

Ah, la verità
e lo screzio delle onde.




" La più grande storia d'amore promise venti spade che trafissero il cuore. Ma questo, continuò a sanguinare, rosso, pulsante, vivo e si chiese: " che strano dolore è in me, ma...sono davvero un male queste venti, fredde lame...? ".

lunedì 6 febbraio 2012

UNA PERICOLOSA INNOCENZA

 Le tavole, che se avrete voglia leggerete, hanno bisogno di una premessa. Qualche giorno fa, mi trovavo in un liceo di Angoulème in Francia, per parlare con dei giovani ragazzi della storia di Peppino Impastato che insieme a Marco Rizzo abbiamo raccontato a fumetti. Ovviamente parlammo della mafia, e di come la vivessimo ogni giorno quaggiù in Sicilia. Domande, curiosità e tanti luoghi comuni, come potete immaginare.

" Certo che potete venire in Sicilia, non vi sparano mica addosso come si vede nei fim , è tutto molto diverso da quello che vi raccontano ".

E' vero, oggi non si spara più, poi a Messina, si è sempre sparato pochissimo, a Messina, " la città babba "
non accade quasi mai nulla di rilevante, figuriamoci a Villafranca Tirrena, il paese in cui abito e in cui devo dire, si vive anche abbastanza bene.

Quasi 20 anni fa però, era il 1985, la piccola Graziella Campagna veniva barbaramente trucidata in quella che sembrava un'esecuzione mafiosa. Gli assassini Gerlando Alberti Jr e Giovanni Sutera, latitanti di Cosa Nostra nascosti proprio a Villafranca T, verrano successivamente scoperti e condannati all'ergastolo.

L'altro giorno, leggendo degli articoli, vengo a sapere della morte di Santo Sfameni, presunto boss del paese, uomo rispettato e di cui so poco, se non quello che si può appunto leggere sui quotidiani, e cioè che fu lui a presentare al sindaco e al maresciallo dell'epoca quelli che poi diverranno gli assassini della piccola Graziella.
Su questo nulla da dire, in fondo ci sono tanto di inchieste che hanno parlato del fatto, e se ci sarà da giudicare, cosa che non amo fare, non spetta certo a me.

La cosa che però fa riflettere, sono le parole del parroco Pelleriti  " fu un benefattore perchè aiutò la nostra comunità ", e la presenza dei politici locali, tra cui il vicesindaco De Marco ed i vigili urbani.
Tutto sotto l'indifferenza quasi totale del paese, anche forse per la paura di parlare di certe cose.
Mi chiedo con non poca emozione, come si sia potuto però dimenticare di Graziella Campagna, una bambina massacrata come un cane, di gente come padre Puglisi, Falcone e Borsellino a cui restano sterili celebrazioni, inutili targhe su vie o piazze, come l'obolo pagato da una coscienza addormentata, per continuare a dormire.
Credo dunque, sia doverosa una riflessione.

Mentre scrivo queste righe, il mio pensiero va a quei ragazzi francesi che hanno timore a venire qui da noi, che in fondo ci diciamo, sono solo vittime del pregiudizio, dell'ignoranza, e a quanto davvero non abbiano ragione a pensare certe cose di noi siciliani.

Perchè è vero che oggi non si spara per strada come nel " Padrino ", ma è altrettanto vero, che la nostra stessa dignità, la nostra profonda innocenza viene assassinata ugualmente, giorno dopo giorno.



mercoledì 1 febbraio 2012

" Cuoio "

Il mio caro amico Graziano Delorda presenta lo spettacolo " Cuoio " tratto dall'omonimo racconto contenuto nella " Serpe nera ". Il disegnino è un mio omaggi a Graz " Lord A " !